Categoria: Luoghi di culto

Collegiata di San Giovanni Battista

Chiesa madre di Angri, fu eretta nel 1302 in puro stile romanico, su una precedente chiesa dedicata a Sant’Angelo del 1180, dal conte di Nola Romano Orsini. Divenuta “Insigne Collegiata” nel 1475 con la bolla pontificia di papa Sisto IV, nel ‘700 venne ricostruita all’interno in puro stile barocco.
Dell’epoca rinascimentale, è rimasta intatta la splendida facciata in bugnato di piperno tagliato a cuscino, nella quale sono incastonati tre splendidi portali marmorei e un rosone poliombato autentico fiore in pietra d’arte catalana, che ha pochi simili in Europa.

La Collegiata a pianta latina a tre navate, conserva al suo interno:

il prezioso polittico di scuola fiorentina, realizzato nel 1510 ed attribuito a Simone da Firenze;
un imponente organo con tremila canne ornato da numerosi fregi ed angeli in legno e in stucco dorato;
lo splendido altare maggiore in marmi policromi;
il settecentesco coro ligneo in noce di Calabria, sui cui scanni Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, annunziava al popolo la Divina Parola;
il cassettonato ligneo intarsiato e ricoperto da oro zecchino, nel quale sono incastonate le tre tele di scuola caravaggesca del Fulotti realizzate nel 1747 e raffiguranti la Nascita e il Martirio del Battista;
un tela esprimente l’estasi di Santa Rosa da Lima di Angelo Solimena datata 1679;
un crocifisso ligneo del XIV-XV secolo;
una tela sagomata esprimente San Giacinto del 1630 realizzata da Domenico de Marinis;
il busto argenteo e in bronzo del Patrono commissionato nel 1718 dall’Universitas Terrae Angriae;
la statua lignea del Patrono San Giovanni Battista, opera bizantina, portata in tempi remoti da alcuni navigatori amalfitani.

Chiesa Madonna della Pace

La chiesa della Madonna della Pace è una chiesa che si trova ad Angri, nella provincia di Salerno. La chiesa viene chiamata anche Regina Pacis, perché venne fatta erigere come ringraziamento dei cittadini di Angri verso la Madonna per la fine della prima guerra mondiale.

La chiesa venne edificata dopo la creazione di un’edicola votiva con una statua della Madonnina, ad opera di don Vincenzo del Pezzo, reduce del primo conflitto mondiale e nipote di sant’Alfonso Maria Fusco. Molti abitanti del posto vollero la creazione di questa chiesa anche perché in quella zona di Angri non ne esistevano altre e si trovava molto distante dalle altre chiese del centro cittadino. Tra il 1923 e il 1925 al posto dell’edicola votiva venne eretta la nuova chiesa, grazie alle offerte dei cittadini angresi e all’aiuto degli abitanti, soprattutto della zona locale. Fu consacrata nel 1926 dall’allora monsignor Romeo e divenne parrocchia ufficialmente il 5 aprile del 1953, su ordinazione ecclesiale del vescovo Fortunato Zoppas.

Statua in gesso di Sant’Isidoro l’agricoltore esposta presso l’altare maggiore della chiesa della Madonna della Pace-Angri (Sa)

L’interno della chiesa è formato da un unico ambiente quadrangolare con un altare maggiore. Al suo ingresso, sulla destra, vi è una porta che permette di accedere al piano superiore dove c’è un soppalco, nella sua parte frontale al centro invece è allocata in una nicchia una statua della Madonna con il bambino Gesù, chiamata anch’essa come la chiesa, Madonna della Pace. La statua della Madonna della Pace è stata portata via dalla chiesa poiché oggetto di restauro, dal 5 settembre al 24 dicembre del 2019 dopodiché, nel giorno del rientro in chiesa, è stata fatta una piccola processione per le strade limitrofe della chiesa prima di essere riposta nella sua nicchia. Un crocefisso ligneo di piccole dimensioni è conservato vicino all’altare maggiore. Si trovano inoltre nella chiesa una statua moderna diSant’Isidoro l’agricoltore e una tela rappresentante Sant’Alfonso Maria Fusco in abiti canonici, riproduzione parziale dell’originale del pittore Salvatore Seme del 2014. La chiesa è decorata con affreschi novecenteschi fatti realizzare durante i lavori di fondazione dell’edificio. I dipinti a pian terreno sono realizzati in quest’ordine: lungo la parete di sinistra, dall’ingresso fino all’altare maggiore ci sono tre dipinti che raffigurano San Gerardo Maiella, Gesù e San Pasquale Baylon; lungo la parete di destra, dall’ingresso fino all’altare maggiore ci sono altri quattro dipinti che raffigurano: San Vincenzo Ferrer, Sant’Antonio di Padova, Sant’Anna e san Gioacchino e San Domenico di Guzmán. Sul soffitto della chiesa, a partire dall’ingresso, sono raffigurati in affreschi murali: Santa Cecilia in paradiso, una Battaglia della prima guerra mondiale vinta dall’esercito italiano con angeli protettori, dedicata al parroco don Giacomo Fiorelli, e la Beata Vergine Maria assunta in cielo, tra gli angeli. Sulle pareti tra le finestre sono stati raffigurati i quattro evangelisti. Tutti i dipinti e i vari affreschi presenti nella chiesa sono stati restaurati nell’anno 2015.

Festa di Sant’Isidoro l’agricoltore

Ogni 15 maggio viene celebrata la memoria liturgica di sant’Isidoro oltre alla festa del casale che inizia 3 giorni prima. Durante la settimana della festività di sant’Isidoro, la sua statua viene esposta alla sinistra dell’altare maggiore. Nel primo giorno dopo la santa messa serale c’è anche la distribuzione dei “tagliolini di Sant’Isidoro”, nel secondo giorno, sempre dopo la messa serale, c’è la consacrazione delle famiglie a Sant’Isidoro e alla Beata Vergine Maria, nel terzo giorno infine sempre dopo la Santa Messa serale, c’è la distribuzione del pane benedetto alle famiglie.

 

Chiesa di San Francesco D’Assisi

La chiesa sorge attigua al convento dei frati minori, che è connesso alla chiesa. Si trova nella stessa via della cappella di San Nicola di Bari e del convento delle suore compassioniste serve di Maria.

La chiesa è a tre navate con un unico altare maggiore. Lungo la parete di sinistra dell’aula della chiesa, vi è una porta realizzata nello stesso tempo in cui vennero fondati questi due edifici, per connettere il convento dei frati minori direttamente alla chiesa.

È stata ristrutturata in tempi moderni e ospita le statue di San Francesco D’Assisi e di Santa Chiara d’Assisi in cartapesta e tre mosaici raffiguranti ancora San Francesco d’Assisi, posti uno a destra e l’altro a sinistra delle pareti latrali mentre quello in alto è posto sull’altare maggiore.

Ogni 4 ottobre viene celebrata la memoria liturgica del santo al quale è dedicata la chiesa e viene svolta anche una piccola festa del casale attiguo.

Cappella di San Nicola

La cappella gentilizia venne fatta costruire su proposta del nobile angrese Riso De Risi nel 1321, dedicandola a san Nicola di Bari, dopo che egli si appropriò delle terre dove sorge la struttura religiosa. Dal nome del nobile derivò il toponimo rimasto invariato nel tempo di borgo Risi.

La facciata della cappella alla sua fondazione era di stile romanico. Vi sono attualmente su di essa due piccole finestre dalle quali è possibile accedervi dal suo ‘interno. L’interno si presenta con un unico ambiente e vi è un solo altare maggiore per le celebrazioni eucaristiche inoltre, vi è un nartece dal quale oggigiorno è possibile accedervi solo dal secondo piano di una parte dell’annesso istituto delle suore compassioniste serve di Maria. Dietro l’altare maggiore c’è una nicchia (l’absidiola), nella quale è custodita una statua della Madonna di dimensioni umane e un deambulatorio nel quale vi è anche il locale della sacrestia, dal quale si può accedere da due porte presenti nell’abside. Sopra la porta che si trova alla destra dell’altare maggiore, è piazzato un quadro raffigurante Gesù e suor Maria Maddalena Costanza Starace da giovane e un altro quadro invece è posto sopra la porta che sta alla sinistra dell’altare maggiore, esso raffigura sempre il profilo della fondatrice dell’ordine delle suore compassioniste ma questa volta da anziana. Entrambi questi quadri sono stati inseriti nella cappella dopo la sua annessione all’istituto delle suore compassioniste. Dopo la creazione del vicino istituto delle suore, venne creata anche una porta nell’aula della chiesa, si trova sulla parete che sta tra la porta d’ingresso e alla sinistra dell’altare maggiore. Permettere l’ingresso nella chiesa direttamente dalla portineria del vicino convento delle suore.

Nel ‘700 la cappella venne ricostruita interamente in puro stile barocco.

Con la creazione del vicino istituto delle suore compassioniste serve di Maria, la cappella divenne proprietà dell’istituto e venne annessa come cappella privata del convento oltre a mantenere le funzione liturgiche anche verso la popolazione

Nel 1944 il pittore angrese Lorenzo Iovino realizzò nell’abside della cappella alcuni affreschi tra i quali vi sono: delle scene della Vita di san Nicola di Bari, della personificazione umana di Dio e della Madonna venerata, terminati nell’anno 1956 come riportato di fianco alla sua firma. Il primo dipinto è posto sulla porta e sopra al dipinto che si trova alla destra dell’altare maggiore, il secondo è collocato sopra la statua della Madonna che si trova dietro l’abside, infine il terzo sopra alla porta e alla sinistra dell’altare maggiore.

Chiesa S.M. di Costantinopoli

La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli sorge sui resti di un antico tempio romano dedicato alla dea Venere ma venne edificata solo in epoca medioevale.[1]

Ogni 3 febbraio nella chiesa c’è anche la ricorrenza della festività religiosa di san Biagio poiché vi è una sua antica statua dopo le consuete celebrazioni liturgiche, vi si svolge un antico rituale dove i credenti si fanno ungere la gola con l’olio santo (poiché il santo è anche il protettore della gola) e vi è la successiva consumazione dei panini benedetti, una variante diversa rispetto a quella di altre città dove si venera il santo durante la sua ricorrenza dove, si consumano anche dolci e panettoni con la sua immagine.[2]

Venne completamente ristrutturata in puro stile barocco nel ‘700. All’interno della chiesa è conservata un’antica pala d’altare, opera bizantina, esprimente la Madonna di Costantinopoli.

Nel 1975, venne riformata la facciata della chiesa e la porta esterna della sagrestia.[

Chiesa di Santa Caterina

La Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria è un edificio religioso della città di Angri. La collegiata sorge in piazza Don Enrico Smaldone, ex piazza Trivio.

Non si conosce l’anno preciso di fondazione della chiesa ma le prime notizie risalgono al XV secolo[2]. Era risaputo che esisteva un oratorio chiamato con il nome spogliaturo (spogliatoio), dove i confratelli della congrega si cambiavano d’abito per le celebrazioni delle messe.

Sempre nel XV secolo i confratelli della congrega fondarono il primo ospedale dell’agro nocerino-sarnese, per ricoverare e curare i poveri e gli ammalati bisogni del città e dei dintorni e anche per alloggiare i pellegrini[2]. L’ospedale della congrega è stato operativo fino all’avvento della Repubblica Napoletana, agli inizi dell”800, poiché il governo della repubblica incamerò tutti i suoi beni[2].

Nel Seicento la congrega istituì anche un monte di pietà che concedeva piccoli prestiti in denaro ai suoi confratelli e a chiunque si trovasse in difficoltà economiche. All’inizio della sua attività, il Monte di Pietà della congrega non richiedeva alcun interesse sul denaro prestato ai confratelli e ai bisognosi ma, poco tempo dopo, tutti i prestiti finanziati vennero corrisposti ad un moderato interesse[2]. Grazie a tutti gli utili generati dalle sottoscrizioni dei richiedenti, nel 1685[2] si fondò un’istituzione, il Pio Monte dei Morti, per suffragare con celebrazioni di sante messe le anime dei morti.

Alle ore 04:00 del mattino, del giorno 30 novembre del 2017, si staccò a causa del forte vento e del maltempo, una campana che si trovava all’interno del campanile, fortunatamente quando cadde non provocò vittime e né danni[3][4].

Il giorno 7 maggio di mattina, è stata installata una nuova campana in sostituzione della precedente.

Ogni 25 novembre si celebra la memoria liturgica di santa Caterina d’Alessandria e la festa nella piazza don Enrico Smaldone, attigua alla congrega.

Chiesa di San Giuda Taddeo

L’edificio con annessa intestata Cappella gentilizia, già Cappella del Purgatorio poi De Angelis, risale tra il XV e il XVII secolo.

All’interno della sontuosa Cappella si conservano diverse opere artistiche, tra cui: una Pala d’Altare raffigurante la Vergine Maria posta nel mezzo tra San Giuda Taddeo Apostolo e San Gaetano Thiene , opera pittorica commissionata all’epoca dai proprietari della Cappella al rinomato pittore italiano Carlo Rosa da Giovinazzo, ab antiquo attivo a Napoli; una processionale statua lignea raffigurante San Giuda Taddeo con il tipico medaglione sul petto (trattasi di una discreta copia, in quanto l’originale ottocentesco venne trafugato nel 2015) che reca impresso il Cristo; una statua del 1865 raffigurante l’Angelo Custode con il Bambino Gesù, fatta commissionare da Don Alfonso Maria Fusco, già Beato poi Santo, negli anni in cui fondò l’Oratorio nei pressi dei locali attigui alla precitata Cappella.

Chiesa di San Benedetto da Norcia

La chiesa di San Benedetto da Norcia è un edificio religioso cattolico che sorge nel comune di Angri, in provincia di Salerno. È la prima e più antica chiesa della città e attualmente si trova all’interno di un cortile privato, creato nella seconda metà del XX secolo.

 

Navata centrale della chiesa di San Benedetto da Norcia-Angri (Sa)

Sempre nella seconda metà del XX secolo la chiesa venne annessa parzialmente ad un’abitazione privata riconvertita poi in magazzino e successivamente, una parte di questo stabile venne adibito ad asilo nido, sulla strada dov’è ubicata la chiesa. Inoltre, prima dell’anno 800, fu presente nella zona limitrofa la borgata dei Casamabile o Casamaurese, fondata in maniera quasi coeva alla chiesa. Dagli archivi storici diocesani si sa solo che questa borgata si estendeva lungo la foce del Sarno ma, non si è riuscito a rintracciare esattamente né il nome esatto e né il luogo preciso dove si trovava. Nello stesso periodo della fondazione della chiesa arrivò anche un certo Ardingon e, secondo alcune fonti era normanno, il quale risiedette prima a Salerno (allora capitale del regno normanno in Italia del sud) e successivamente ad Angri, nei pressi della chiesa. Stando ad una parte di un documento, il n° XXXV-40 e del XXV, quest’ultimo della quinta edizione, del Codice Diplomatico Cavese, del marzo del 1042, dove viene indicato che la fondazione della chiesa venne effettuata durante l’anno 850, dopo che un terreno confinante con l’edificio venne fatto affittare dal suo proprietario di Roberto Mostazza figlio di Guglielmo Normanno ad un certo Pietro Ardingo. Si legge inoltre nel documento che questo appezzamento di terreno era chiamato Pratello (situato nel casale dei Giudici) e si trovava all’epoca in una zona boschiva (all’epoca non c’erano molte case nei paraggi), confinante con la parte occidentale della chiesa di San Benedetto da Norcia. Dopo tale insediamento da parte di Ardingon, al rione gli venne cambiato il nome con il suo, infatti tale borgo venne e si chiama tuttora borgo Ardinghi

La chiesa sorge in uno dei due più antichi nuclei abitativi di Angri. Nel XX secolo venne creato un cortile privato e venne annessa parzialmente ad un’abitazione privata riconvertita poi in magazzino e successivamente, in una parte di questo stabile venne fondato un asilo nido che da sulla strada. La casa è inglobata alla chiesa nella sua parte sinistra mentre, nella parte destra, è stato aggiunto un piccolo cancello che porta alla zona posteriore della chiesa, dove prima del XVIII secolo sorgeva l’antico ingresso. Attualmente la chiesa non è visibile interamente dalla strada Ardinghi, del rione omonimo. Tale rione è insieme a via di Mezzo la seconda via più antica della città. Le dimensioni iniziali della chiesa inoltre, erano più piccole di come le si possono osservare oggi. La chiesa venne eretta inizialmente in puro stile gotico nel VIII secolo, successivamente in stile baracco durante i lavori della prima restaurazione di cui, anche la sua facciata è stata adattata al nuovo stile architettonico. Sulla facciata sono presenti 3 finestre di forma circolare, 2 poste ai lati e una in alto al portone d’ingresso, inoltre, presenta un piccolo campanile aggiunto nell’ultimo restauro sulla parte destra della facciata.
Ogni 11 luglio viene celebrata la festa della traslazione del corpo di san Benedetto da Norcia, che tra l’altro è anche un santo patrono cattolico d’Europa, al quale gli è dedicato il nome della chiesa. La festività viene celebrata con la consueta messa mattutina con ringraziamento a san Benedetto da Norcia titolare della chiesa omologa.

Chiesa del Carmine

La chiesa di Santa Maria del Carmine è un edificio religioso cattolico situato tra corso Vittorio Emanuele e via Giudici della città di Angri, in provincia di Salerno.

La fondazione della chiesa di Santa Maria del Carmine del monastero dei frati carmelitani. La chiesa venne fatta erigere nel 1611 dai nobili di Angri su proposta dei frati carmelitan insieme ad un loro convento, situato in località Camaldoli di Angri.Nel corso degli anni, tale località ha poi cambiato nome e il convento dei frati carmelitani attualmente non esiste più perché è andato distrutto in una data imprecisata e non fu più ricostruito.

Le prime restaurazioni

La chiesa venne fatta ristrutturare una prima volta, nel 1670 da mastro Pietro Desiderio

Nuovi ampliamenti ed adeguamenti alle funzioni religiose

Nel 1925 venne rimodernato l’intero pavimento della chiesa, ad opera del sacerdote dell’epoca Giuseppe Vaccaro, divenuto poi abate della Collegiata di San Giovanni Battista di Angri. Durante questi restauri vennero abbattuti anche l’altare maggiore con i due laterali per attuare la chiesa alla nuova liturgia.

I restauri dopo il terremoto del 23 novembre 1980Statue in cartapesta di santa Lucia e sant’Aniello abate esposte vicino all’altare maggiore della chiesa di Santa Maria del Carmine durante il periodo della loro ricorrenza onomastica.

Durante il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980, la parte superiore della facciata della chiesa venne distrutta, con la perdita dell’affresco ottocentesco e la chiesa subì anche altri danni sia all’esterno che all’interno. Il distacco della facciata uccise 9 persone di Angri che si trovavano nel sagrato e ne ferì altre.

Il 23 novembre del 2003, a 23 anni esatti dal terremoto dell’Irpina, è stata posta in piazza Annunziata, dal comune di Angri, una lapide commemorativa per ricordare le 9 persone uccise dal crollo della facciata superiore della chiesa di Santa Maria del Carmine.

La chiesa venne ristrutturata interamente nel Settecento nello stile barocco. All’esterno della chiesa vennero aggiunti due campanili in stile dorico. Momento della processione del Corpus Domini e passaggio di alcuni membri della confraternita della chiesa di Santa Maria del Carmine presso piazza Annunziata.

Ambienti interni, paralleli e piano superiore Al suo ingresso principale, in alto all’atrio, visibile dal coro e dalla zona centrale, vi è un antico organo a canne, dietro il quale è presente una grossa finestra circolare, ben visibile dall’esterno. Al suo interno la chiesa si presenta priva di colonnati laterali mentre su una parte del soffitto, nella zona della navata, vi è una volta a botte, assente nella zona del coro e dell’abside. Al centro della chiesa, in alto, sulla destra, sono presenti 3 finestroni laterali, visibili anch’essi dalla strada mentre, in alto, alla destra e alla sinistra dell’abside, sono presenti due piccole finestre. Quella alla destra dell’abside non è visibile interamente dalla strada ma la sua gemella si. Alla destra dell’abside, poco prima dell’altare principale, c’è una stanza, riconvertita dopo l’ultimo restauro a piccolo altare minore. La navata centrale della chiesa di Santa Maria del Carmine.

Sempre dall’ingresso principale della chiesa è presente una porta nella parte sinistra, dalla quale si può accedere ad uno stanzone limitrofo, in tale stanza vi è anche una porta con accesso esterno. Questo stanzone viene adoperato attualmente come deposito e come sede principale della confraternita della Madonna del Carmine. Sempre all’ingresso della chiesa, c’è un’altra stanza, sulla destra dove vengono conservate delle opere artistiche, al suo interno c’è anche una piccola stanzetta, utilizzata come piccolo deposito. Nel locale dove vengono conservate le statue è possibile accedere all’esterno, tramite una porticina esterna ma, vi è anche un’altra porta dalla quale, si accede alla stanza della sagrestia. Successiva alla stana della sagrestia vi è una scalinata che porta al piano superiore, dove vi sono diverse stanze a loro volta e di cui in epoca moderna, sono state riconvertite ad abitazione privata dei sacerdoti officianti. Vi è successivamente un’altra stanza al pian terreno, come prolungamento di quella precedente, utilizzata anch’essa come sagrestia, da quest’ultima si accede alla zona del coro ma anche ad una stanza esterna riconvertita attualmente come centro Caritas. Anticamente tutte le stanze non destinate alle funzioni liturgiche della chiesa, vennero utilizzate dai monaci carmelitani che la gestivano, come luoghi abitativi poiché, vi era anche un loro monastero limitrofo delle quali, in epoca moderna esso non esiste più.Momento della processione della Madonna del Carmine e passaggio della statua della Madonna per la piazza Annunziata di Angri.

Opere artistiche conservate al suo interno

Nella chiesa fin dal seicento è custodita un pala d’altare raffigurante la Madonna bruna.

La chiesa venne inoltre arricchita di opere tra le quali: un dipinto settecentesco di forma ovale, incastonato nella volta e raffigurante la Madonna Assunta, quadri con Santa Lucia e San Benedetto e quattro statue fabbricate in cartapesta di Sant’Aniello di Napoli, Santa Lucia, Gesù e della Vergine del Carmelo con Gesù Bambino, quest’ultima datata al 1718.Organo della chiesa di Santa Maria del Carmine situato all’interno della chiesa e sopra al suo ingresso principale. Nell’Ottocento la facciata superiore della chiesa venne arricchita da un affresco. Dopo il terremoto la chiesa venne chiusa alle funzioni religiose per un lungo periodo di tempo e, successivamente, venne ristrutturata sia all’interno che all’esterno. Nella stanzetta posta alla destra dell’altare maggiore, in epoca contemporanea, la stanza è stata riconvertita a piccolo altare minore, nel quale vi è presente un inginocchiatoio e un crocifisso ligneo di dimensioni grandi. Nell’autunno del 2005 in una stanza situata a pian terreno, della parte sinistra dell’ala della chiesa, presero fuoco inaspettatamente le statue di Sant’Aniello di Napoli e della Vergine del Carmelo, con la perdita totale anche degli antichi vestiti settecenteschi che esse indossavano. Le statue di Santa Lucia e di Gesù che erano presenti nella stanza invece, si bruciarono parzialmente non subirono particolari danni. Tutte e quattro queste antiche statue vennero successivamente restaurate l’anno successivo e rivestite nuovamente con nuovi abiti preparati apposta, successivamente sono state riposte nella stessa stanza della chiesa dov’è avvenne l’incendio ma questa volta in coppia di due e in teche di vetro protettive, insieme a quella di Gesù e di Santa Lucia anch’esse restaurate nelle zone danneggiate. La statua di San’Aniello è stata messa insieme a quella di Santa Lucia poiché, la ricorrenza della loro festività è successiva di un solo giorno mentre, la statua di Gesù adulto è stata affiancata a quella della Vergine del Carmelo con Gesù Bambino.[4] In epoca recente sono state aggiunte nella stessa stanza su una parete, un quadro di Gesù, su un’altra parete dirimpetto alle statue, un altro quadro ma questa volta di un cardinale con un penitente. Sono presenti nella stanza anche un crocefisso di dimensioni grandi e una statua plastificata di sant’Alfonso Maria Fusco con due ragazzini, entrambi gli oggetti sono di epoca recente.Un dipinto di forma ovale incastonato nella volta a botte della navata centrale della chiesa della Madonna del Carmine, raffigurante la Madonna Assunta in Paradiso fra gli angeli. Ogni 20 di luglio si celebra la festa religiosa e la processione per le strade di Angri della statua della Madonna custodita all’interno della chiesa. In un locale annesso alla chiesa è presente anche un’antica confraternita nata insieme alla fondazione della chiesa e che prende il nome dal santuario. Questa confraternita partecipa ogni anno alle seguenti festività religiose: Corpus Domini, ricorrenza della festività della Madonna del Carmine, di cui viene portata la statua conservata nella stessa chiesa in processione e infine, alla alla ricorrenza della festività di san Gerardo Maiella, per quest’ultima processione, i fedeli della chiesa di Santa Maria del Carmine insieme a quelli della limitrofa chiesa della Santissima Annunziata procedono insieme in processione portando la statua di San Gerardo Maiella, conservata nella chiesa dell’Annunziata per le vie limitrofe.

In un altro locale connesso alla chiesa è presente anche un centro Caritas, fatto nascere dopo la creazione al livello nazionale di quest’ente.

Altare maggiore della chiesa di Santa Maria del Carmine, fatto in marmi policromi con raffigurazione circolare centrale in stucco bianco della Madonna col Bambino Gesù.

Chiesa dell’Annunziata

La Chiesa della SS. Annunziata in Angri fu fondata, insieme con l’annesso convento. Il 26 Luglio 1436. per volontà di Giovanni Zurlo, barone di Angri.
Sul luogo esisteva precedentemente una cappella dedicata alla SS. Annunziata e il detto Giovanni Zurlo volle che demolita, vi sorgesse un grandioso complesso, con Chiesa e convento, che affidò ai padri predicatori o Domenicani . In una relazione del 1650, del Priore Fra Diodato Ingenito da Napoli, conservata in Vaticano,viene descritta la Chiesa ad una sola navata, lunga circa 40mt. e larga mt. 10. Aveva dietro l’altare maggiore un coro per 25 frati, era coperta da lamie di mattoni;oltre l’altare maggiore aveva 12 cappelle laterali, 6 a destra e 6 a sinistra, tutte di diritto di patronato, eccetto quelle del S.Rosario. di San Domenico e del SS. Nome di Dio.
Nella metà del secolo XVIII fu ristrutturata,con enorme spesa, nelle linee attuali del barocco vanvitelliano: furono aboliti tutti gli altari laterali e vennero aperte 4 cappelle nella navata; sulla crociera fu costruita una cupola; due altari furono costruiti nelle ali del transetto;tutta la Chiesa acquistò una linea architettonica ampia e luminosa secondo i canoni del barocco napoletano del 700.
La facciata armoniosa e solenne rivela la mano del grande architetto Vanvitelli che la volle degna della Chiesa costruita.
All’interno sono presenti tele di Jacopo Cestaro, in particolare la tela della SS. Annunziata , quella del Rosario e quella di S. Domenico datata anno 1769. Nel transetto sono sistemate le tele in tondi dei Papi dell’Ordine Domenicano: S.Pio V, Innocenzo V,Benedetto XIII e Benedetto XI sostituita da Pio IX, tutte del 700. Nel 1809 il monastero fu soppresso e tutto il complesso passò, per meriti di guerra, alla famiglia Filangieri di Napoli. La Chiesa fu spogliata di tutte le tele che l’arricchivano; tutto fu venduto, persino l’altare maggiore in marmo bianco di Carrara e bardiglio.
Nel 1838 per interessamento del Vescovo di Nocera , Mons. Agnello Giuseppe D’Auria, il re di Napoli Ferdinando II pressò il marchese di Gioia, Francesco Sessa per la restituzione. Il terremoto del 1980 arrecò gravissimi danni alla Chiesa: la cupola crollò quasi del tutto, mandando in frantumi numerose panche delle prime file; la volta a botte della navata si spaccò e gli archi della crociera furono aperti da pericolose fessure larghe in alcuni punti circa 10 cm e innumerevoli lesioni segnarono tutta la struttura. I danni costarono sedici lunghi anni di lavoro per il restauro. La Chiesa infatti fu riaperta il 25 marzo 1996, festa dell’Annunciazione della Vergine Santissima.

Venne ristrutturata una prima volta nel XVIII secolo.

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